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Cosa è accaduto al canneto del Trasimeno negli ultimi venti anni
Venerdì 20 novembre dalle ore 16.00, presso il centro visite dell’oasi naturalistica La Valle di San Savino, Magione; studiosi, ricercatori e produttori si confronteranno per capire cosa è accaduto al “canneto” del Trasimeno negli ultimi venti anni.
Il programma dell’iniziativa si apre con il “Lavorando le canne palustri” realizzato dall’Associazione Arbit sull’utilizzo tradizionale dei canneti del lago Trasimeno, con Orlando Zoppitelli; sul declino dei canneti interverrà Daniela Gigante.
La flora e la vegetazione del canneto del Lago Trasimeno sarà oggetto dell’intervento di Ferri, Fabio Maneli, Roberto Venanzoni, Daniela Gigante. Di interazioni tra fauna ittica e canneto al lago Trasimeno parleranno Massimo Lorenzoni, Antonella Carosi.
Tendenze evolutive della comunità ornitica nidificante delle sponde del lago Trasimeno sarà il tema trattato da Franceso Velatta, Monica Montefameglio della Provincia di Perugia; Mario Muzzatti, Maria Maddalena Chiappini e Marco Bonomi della cooperativa L’Alzavola e Daniela Gigante,
Del canneto: ambiente in via di scomparsa? Un progetto di studio per l’Italia centrale. Su “Il canneto. Le regole e il lavoro dell’uomo” interverrà Ermanno Gambini. Chiuderà la giornata di studio il sindaco Giacomo Chiodini con una proposta per il piano del parco del Trasimeno
«Il declino dei canneti (die-back) – spiegano gli organizzatori – è un fenomeno studiato dagli anni ’90 in Europa centrale e settentrionale, che nell’ultimo decennio sta affliggendo anche gli ambienti palustri a noi vicini (lago Trasimeno, lago di Chiusi, lago di Montepulciano). Il fenomeno è complesso e si manifesta attraverso vari sintomi, tra i quali i più evidenti sono la crescita della cannuccia in cespi ed il ritiro dalle zone sommerse. Stiamo assistendo inermi alla rapida scomparsa del canneto dell’Oasi La Valle, un ecosistema di primaria importanza che per decenni ha dato un’impronta unica al paesaggio del lago Trasimeno».
«Tale declino – fanno sapere – è testimoniato anche dagli studi ornitologici: 11 anni consecutivi di monitoraggi su 53 punti di campionamento dell’avifauna nidificante distribuiti lungo l’intero perimetro del lago hanno evidenziato che le specie di uccelli tipiche delle zone umide stanno diminuendo; al contrario stanno aumentando le specie degli ambienti terrestri, in particolare quelle forestali. Questo processo sta determinando la perdita di specie rare, sostituite da altre molto più comuni, con conseguente diminuzione del valore conservazionistico del popolamento di uccelli nidificanti. È arrivato il momento di cercare di capire le cause e, soprattutto, le conseguenze di tale declino».