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Polvese, clima, biodiversità: concluso il convegno dell’Arpa
Polvese, clima, biodiversità: concluso il convegno dell’Arpa
“Polvese, Clima, Biodiversità”: al convegno presentato un Centro di ricerche “Cambiamento climatico e biodiversità in ambienti lacustri e aree umide” da realizzarsi sull’isola Polvese
Si è tenuto mercoledì 10 febbraio, presso la Sala Falcone e Borsellino della Provincia di Perugia il convegno “Polvese, Clima, Biodiversità”, organizzato da Arpa Umbria.
Dopo i saluti dell’Amministrazione provinciale, portati dal Consigliere provinciale e sindaco di Piegaro Roberto Ferricelli, l’incontro è stato introdotto dal Direttore Generale di Arpa Umbria Walter Ganapini, che ha illustrato il percorso che ha portato alla progettazione, da parte dell’Agenzia in collaborazione con un gruppo di stakeholders istituzionali, economici e della società civile di un Centro di ricerche “Cambiamento climatico e biodiversità in ambienti lacustri e aree umide” da realizzarsi sull’isola Polvese.
«Siamo di fronte a una sfida di carattere epocale ed estremamente complessa che richiede la capacità di progettare azioni per favorire l’adattamento e la resilienza. In questo contesto, proprio nel Cuore verde d’Italia, nasce l’idea di proporre un Centro altamente qualificato incentrato sullo studio della relazione fra biodiversità e cambiamento climatico. Dobbiamo incominciare a utilizzare questi ecosistemi come vere e proprie sentinelle del cambiamento climatico», ha detto Walter Ganapini.
Dopo l’intervento di Dottoressa Valentina Della Bella di Arpa Umbria che ha illustrato nel dettaglio il ricco programma scientifico del futuro Centro, è intervenuto il Professor Alberto Basset dell’Università del Salento: «Bisogna togliersi l’abito disciplinare e affrontare la sfida della scienza ecologica attraverso un approccio universale; in questo senso il Centro cerca una cultura nuova e diversa che consentirà di creare un volano in grado di rispondere ai bisogni degli amministratori e delle comunità».
«Lo stato generale della biodiversità in Umbria è sicuramente buono – ha detto nel corso del suo intervento il Professor Antonio Boggia, Coordinatore Scientifico Osservatorio Biodiversità Villa Fabbri – grazie anche alle misure di conservazione che sono state adottate. La sfida oggi è interpretare l’evoluzione degli ecosistemi in relazione ai cambiamenti climatici e adottare misure in questa logica. Bisogna però continuare a lavorare per una maggiore consapevolezza delle persone verso questi temi».
Conservare gli ecosistemi è una quindi una necessità soprattutto nelle zone umide anche perché queste zone hanno una grande rilevanza anche dal punto di vista socio-economico, come ha spiegato il Prof. Riccardo Santolini dell’Università di Urbino. «Il peso soscioeconomico delle zone umide risiede nella loro plurifunzionalità: la sfida è quella di lavorare per preservare questa caratteristica. Queste zone, oltre alle funzioni di base come depurazione o stoccaggio delle acque di rilevanza fondamentale in una zona come quella del Mediterraneo, rivestono un ruolo chiave per attività dell’uomo come l’agricoltura e la pesca. Per un ecosistema perdere questa plurifunzionalità significa rendere tutti noi più vulnerabili ai cambiamenti».
Nel corso dell’incontro è emerso chiaramente come il più grande pericolo per la biodiversità è il cambiamento climatico. «Le ripercussioni del climate change troppo a lungo sono state sottovalutate. Oggi gli studi ci dicono, inoltre, che anche zone ritenute contaminate rivelano i segni degli effetti prodotti dall’inquinamento» ha sottolineato il Professor Enrico Alleva dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il Centro ha un approccio innovativo e partecipativo come hanno più volte sottolineato i partner del progetto quali: Cittadinanzattiva Umbria, Confcooperative Umbria, Cooperativa Pescatori lago Trasimeno, Legacoop Umbria, Legambiente Umbria che nel corso dell’incontro hanno spiegato i vari studi e le iniziative che intendono mettere in atto nel corso del Progetto. È possibile consultare il programma scientifico del Centro di ricerche “Cambiamento climatico e biodiversità in ambienti lacustri e aree umide” e contributi inerenti la biodiversità e i cambiamenti climatici su www.rivistamicron.it