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Teatro: a Tuoro venerdì 26 febbraio “Svenimenti”
Teatro, a Tuoro venerdì 26 febbraio “Svenimenti” E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria
Tratto dalle opere di Anton Cechov, Elena Bucci, Gaetano Colella e Marco Sgrosso mettono in scena al teatro dell’Accademia di Tuoro, venerdì 26 febbraio, alle 21 il bellissimo Svenimenti.
“Finalmente incontriamo Anton Cechov, delicato e spiritoso, lieve e rivoluzionario – raccontano la Bucci e Sgrosso che hanno curato il progetto e l’elaborazione drammaturgica – . Partiamo da una fantasia incentrata su alcuni dei suoi formidabili Atti Unici, operine che lui stesso scherzosamente definiva ‘vaudeville volgarucci e noiosetti’ e al cui straordinario successo assisteva stupito, nuvole di puro teatro, ritmo ed esilaranti invenzioni che illuminano la solitudine malinconica dei suoi antieroi, le ridicole debolezze di noi tutti, la misteriosa tessitura dei rapporti, le utopie, la trasformazione veloce di un mondo, lasciando intravedere le visioni dei capolavori a venire.
Affascinati dall’equilibrio, tra farsa, commedia e tragedia che si respira nel suo vivace universo, ci immergiamo negli esilaranti bisticci tra Lomov e Natal’ja Stepanova, spiati dal vecchio padre di lei Cubukov, de La domanda di matrimonio, dove un reciproco e furioso desiderio di nozze si impiglia nelle testarde recriminazioni sui confini delle proprietà; o nell’appassionato scontro frontale, in bilico tra insofferenza ed attrazione erotica reciproca, de L’orso, dove l’inquieta vedova Popova sfida a duello il ruvido creditore Smirnov, vittima di un’insolvenza del birichino marito defunto, sotto lo sguardo sgomento del fedele maggiordomo Luka, che già ricorda il grande Firs de Il giardino dei ciliegi. Respiriamo l’atmosfera surreale di altri piccoli gioielli come Fa male il tabacco. I personaggi ruvidi e vitali degli atti unici, che litigano sui confini campagnoli per vincere l’imbarazzo di una domanda di matrimonio, si sfidano a duello perché non sanno parlarsi, intrecciano ad un’improbabile conferenza scientifica le buffe confessioni di un’esistenza sprecata, assomigliano così tanto a noi che ci fanno ridere e disperare e testimoniano della maestria di Cechov nel rendere mitica la realtà quotidiana attraverso la genialità dei particolari. Ci addentriamo nel suo mondo creativo cercando di portare in scena anche alcune parti del lavoro di scrittura e di teatro che di solito restano nascoste. Costruiamo lo spettacolo come se fosse un film, blocchiamo a tratti i vertiginosi dialoghi di quelle bolle di puro teatro che sono gli Atti Unici per osservare i personaggi, immobilizzati come in una fotografia, ed interrogarli, per evocare Cechov nella sua solitudine della villa di Yalta o chiuso in sé dopo il primo infelice debutto del Gabbiano, quando giurò che non avrebbe mai più scritto per il teatro. Ascoltiamo i suoi pensieri nella varia prosa delle lettere, che ci permette di immaginare il vivido scambio tra la compagnia, l’autore vivente, registi e pubblico, il fitto dialogo con la moglie, per la quale ebbe un amore assoluto ma vissuto quasi sempre a distanza a causa della sua malattia e degli impegni teatrali di lei, fatto anche di consigli di teatro imperativi o imploranti, mancati incontri, sospirate attese. Trapela, dal ricco e intenso serbatoio degli scambi epistolari, non soltanto la quotidianità bella e faticosa, ma anche l’intero ritratto di un’epoca.Si accende una luce su questo artista pieno di contrasti, un malinconico che aveva innato il senso della comicità, che in campagna rimpiangeva lo scintillio di Mosca e San Pietroburgo, denunciava la mancanza di un luogo tranquillo per sé, ma amava scrivere sentendo nella stanza accanto gli strepiti di una famiglia d’origine anomala e stravagante. Senza cadere nella tentazione di individuare un rapporto di causa ed effetto tra vita e opera, osserviamo come al suo crescente desiderio di essere altrove rispetto alla realtà corrisponda una capacità di osservazione sempre più nitida, compassionevole e feroce.
Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita.
E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it.