Al Museo del vetro di Piegaro l’artista ricorda la vita al fianco di De Andrè. Con lei gli autori Meacci e Serafini
Dalla sguardo che si sono scambiati la prima volta, già carico di promesse, ai giorni terribili del sequestro. Passando per l’importanza e il valore del suono, non solo quello delle canzoni, ma quello che sta dentro ciascun individuo e che determina l’armonia tra le persone, fino ad arrivare a quella perfetta dell’amore.
Una Dori Ghezzi solare e determinata ha incontrato venerdì scorso il pubblico di Piegaro, che con calore l’ha accolta al Museo del vetro. Il pretesto, la presentazione del libro “Lui, io, noi”, scritto in forma “corale” con Francesca Serafini e Giordano Meacci, le cui origini sono proprio piegaresi.
L’intesa tra Dori e i suoi coautori è trapelata anche nell’incontro al Museo del vetro. Con loro infatti l’artista dopo lungo tempo ha deciso di rompere il silenzio e raccontare in prima persona le emozioni e il significato di quell’incredibile pezzo di vita vissuta accanto a De Andrè. Non una biografia tradizionale, ma un “compromesso estetico”, come è stato spiegato a Piegaro; un libro “emotivo ed emozionale”.
A conversare con gli autori il giornalista Riccardo Regi che ha fatto notare come “il suono di De Andrè sia un suono che appartiene a tutti noi”.
A nome della comunità locale sono intervenuti il sindaco Roberto Ferricelli e il vicesindaco Simona Meloni grati a Dori Ghezzi e ai suoi “compagni di viaggio” per aver portato a Piegaro la testimonianza diretta di uno straordinario sodalizio artistico e umano. (Cittadino e Provincia)