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La viabilità nel Seicento: la storia di due cippi lungo l’antica strada del Chiugi
La viabilità nel Seicento: la storia di due cippi lungo l’antica strada del Chiugi
La comprensione del testo – spiega lo storico Gianfranco Cialini a cui si deve la scoperta – è legata ad un altro cippo
Lo studio della viabilità del Seicento, sell’antica strada del Chiugi, trova un nuovo punto di contatto grazie alla decifrazione di quanto scritto in un cippo in pietra serena posto all’ingresso nella vallata di S. Arcangelo, provenendo da Perugia, all’altezza del toponimo della Godiola. «La comprensione del testo – spiega lo storico Gianfranco Cialini a cui si deve la scoperta – è legata ad un altro cippo che si trova all’uscita del museo archeologico “Antiquarium” di Corciano realizzato in pietra calcarea dura e con una bella scrittura capitale che ne consente una migliore lettura. La pietra si trovava presso la stessa strada in località Olmo, all’entrata nel territorio di Corciano, proprio sulla linea di confine attuale fra i comuni di Corciano e di Perugia. Il contenuto: ”La comunità del castello di Corciano…” è identico a quello di S. Arcangelo, cambia solo il nome della località». «Questi cippi – prosegue Cialini -, come altri ormai persi, probabilmente stavano a indicare al viandante la località che stava attraversando. Furono istallati ambedue nel 1606 a seguito, probabilmente, di disposizione pontificie. Il cippo di Corciano, pur essendo di pietra dura, è ben conservato nel locale museo, mentre quello di S. Arcangelo in pietra serena e quindi facilmente deteriorabile è lasciato all’intemperie. Visto il valore documentario andrebbe conservato, magari con teca».
NOTIZIE STORICHE a cura di Gianfranco Cialini La via che collegava direttamente Chiusi a Perugia così pure Siena e Castiglione del Lago era anticamente chiamata la strada del Chiugi. L’attuale strada ripercorre quella costruita nel 1872, con poche varianti rispetto all’antico tracciato etrusco-romano, il quale partendosi dall’importantissimo insediamento urbano di Chiusi, costeggiava la sponda sud-orientale del lago Trasimeno, per raggiungere – attraverso il valico di Montebuono e la Vallupina – e confluire a Chiugiana (il nome è evidente derivazione da Chiugi) nell’altra via proveniente da Arezzo e raggiungere Perugia.
Era la strada percorsa dai pellegrini per raggiungere la Terrasanta; importante testimonianza di quei passaggi è la chiesa templare di Ancaelle. Era la stessa strada percorsa nel 1474 dal frate tedesco Winterio da Magonza quando raggiunse Perugia dopo aver trafugato ai chiusini il S. Anello. Non è un caso che Giovan Battista Caporali rappresenterà in un affresco il S. Giuseppe con l’anello pronubo proprio nella chiesa di Ancaelle. Questa vecchia strada era chiamata anche delle Gracinesche dall’omonimo toponimo, tra Montebuono e Vallupina. Nel 1872 il nuovo Stato unitario abbandonò quest’ultimo tracciato: all’altezza di Montebuono la strada devierà verso Magione, dove si collegherà con la strada proveniente da Arezzo. Il nuovo tracciato porterà ad allungare il percorso per raggiungere Perugia di circa cinque chilometri. Il nuovo tracciato rese più agevole e sicura (anche a causa del banditismo locale della Vallupina, individuato in alcuni abitanti di Agello) la sua percorribilità, in particolare rettificando curve tortuose e saliscendi. Fino al 1871 il vecchio tracciato per S. Arcangelo non costeggiava il lago Trasimeno vicino al vecchio pontile (Sassoserpaio), ma saliva sulla collina all’altezza del vocabolo la Godiola per ridiscendere in località la Frusta.
Proprio lungo questo tracciato all’ altezza della Godiola toponimo che si trova all’ingresso nella vallata di S. Arcangelo, provenendo da Perugia, vi è ancora un cippo in pietra serena con inciso in volgare la scritta: 1606 LA CV (m) MITA D(el) CA(s)T(ell) O (di) SAT° ARCA(n)GELO o più comunemente da intendere:”La Comunità del Castello di S. Arcangelo…” . Una esempio simile di cippo, questa volta su pietra calcarea dura, e con una bella scrittura capitale, si trovava presso la stessa strada in località Olmo, all’entrata nel territorio di Corciano, proprio sulla linea di confine attuale fra i comuni di Corciano e di Perugia. Il contenuto è identico a quello di S. Arcangelo, cambia solo la località: “1606 /LA COMV(ni)TA DEL CASTELLO DI CORCIANO”