Pietrafitta – La “Settimana del pianeta terra” riaccende i riflettori sul Museo paleontologico

Fino al 22 ottobre visite no stop di scuole, centri anziani e privati cittadini. Ferricelli: “Stiamo lavorando per soluzione definitiva”

“La settimana del pianeta terra” riaccende i riflettori sul Museo paleontologico di Pietrafitta. Fino almeno al 22 ottobre (esiste infatti la possibilità di un prolungamento dell’iniziativa) porte aperte al “Boldrini” alle visite di scuole, centri anziani e privati cittadini, interessati ad ammirare una tra le più importanti collezioni di fossili d’Europa.

Da lunedì 16 ottobre, la struttura museale della Valnestore, chiusa da oltre due anni, è tornata in funzione su iniziativa dall’Associazione pro Museo Boldrini onlus che, attraverso il geo-evento “Quando in Umbria barrivano gli elefanti”, ha appunto aderito alla “Settimana del pianeta terra”, il festival che promuove e diffonde la cultura scientifica.

Saranno una decina le scolaresche, provenienti da scuole primarie e secondarie di primo grado degli istituti del territorio provinciale, che in questa settimana raggiungeranno Pietrafitta per una accurata visita alla collezione di fossili conservati negli spazi espositivi e all’interno del ricco deposito. A guidarli esperti paleontologi del Dipartimento di Fisica e Geologia dell’Università degli studi di Perugia.

Ma l’apertura straordinaria non è rivolta ai soli studenti. Nei pomeriggi le visite vengono estese ai centri per anziani, mentre tra sabato e domenica si stima l’arrivo di circa 300 privati cittadini per i quali è in programma anche un tour nell’area mineraria e presso il bacino artificiale di Pietrafitta.

Nella giornata odierna al “Boldrini” sono giunti gli alunni della terza classe della Primaria di Pò Bandino (Città della Pieve) e della terza classe della Secondaria di primo grado di Tavernelle. Ad accoglierli il presidente dell’Associazione Carlo Giovinchi, l’addetto alla gestione per conto della Soprintendenza Francesco Giordano e il sindaco di Piegaro Roberto Ferricelli. Per quest’ultimo si tratta di “un evento che richiama l’attenzione sull’importanza di questo patrimonio. L’Amministrazione comunale – ha quindi aggiunto – sta lavorando con il Ministero e la Soprintendenza per la soluzione definitiva della fruibilità del Museo, ‘impantanato’ nella pesante eredità di Valnestore Sviluppo s.r.l. in liquidazione”. Ferricelli ha fatto notare che la dimensione della struttura e la specificità del materiale in essa conservato sono un “lascito troppo oneroso per le capacità di un ente come il Comune di Piegaro. Da qui – ha concluso il sindaco – la necessità di un accordo di valorizzazione tra più soggetti, appena tirata fuori la struttura dalle secche della Società Valnestore”.

La collezione di resti fossili delle ligniti quaternarie di Pietrafitta, costituita da alcune migliaia di campioni, rappresenta un tesoro di inestimabile valore scientifico ed è considerata uno dei più ricchi e importanti patrimoni paleontologici conosciuti in Europa.


Per info e contatti su “Quando in Umbria barrivano gli elefanti”: ass.ne Pro Museo Boldrini onlus  3487350793, promuseoboldrini@gmail.com. (Cittadino e Provincia)

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